Nel suo primo Angelus del 2014, Papa Francesco ha lanciato l’appello
al Dialogo, perché vinca sulla prepotenza.
Da tempo molti di noi sentiamo
questa esigenza, tanto da aver fondato una Associazione denominata “Dialogo
Civile”. Dialogo civile che ha ormai lasciato il posto alla violenza verbale,
alla prepotenza, in ogni sede, in ogni sito. Le trasmissioni televisive, talk
show compresi, non fanno audience se non c’è violenza, almeno verbale. Il
dibattito politico è sempre acceso nei toni, essendo l’epiteto più blando il “vaffanculo”.
Non si conosce più il modo di esporre le proprie opinioni senza pretendere che
siano la verità assoluta. Chiunque, esprime un pensiero, ritiene che quello sia
il verbo e chi la pensa in modo contrario è “mafioso”. E’ un modo di vivere, di esprimersi, di fare
opinione e di fare politica, inaccettabile. Personalmente continuerò ad
esprimere le mie opinioni, ritenendo che non siano verità assolute. Continuerò
a proporre idee e soluzioni accettando che queste possano essere messe in
discussione e modificate e/o migliorate, grazie al contributo degli altri, di
chiunque. Sono un convinto sostenitore del bipolarismo, come unico sistema
possibile di stabilità governativa, ma non ritengo assolutamente che bipolarismo
significhi contrapposizione personale. Francamente non mi importa assolutamente
delle lotte e contrapposizioni politiche, sono convinto assertore del rispetto
della persona umana e delle sue opinioni e prerogative, per questo mi batterò
sempre. Qualcuno riterrà questi atteggiamenti segno di debolezza, al contrario
sono un grande segno di forza, che deriva dagli insegnamenti di Fede che ho
avuto e dalla educazione che mi ha impartito la mia famiglia. La debolezza
appartiene a chi deve offendere per poter dire la sua, ignorando che non c’è motivo
di urlare, se si ha ragione.
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