Nel suo primo Angelus del 2014, Papa Francesco ha lanciato l’appello
al Dialogo, perché vinca sulla prepotenza.
Da tempo molti di noi sentiamo
questa esigenza, tanto da aver fondato una Associazione denominata “Dialogo
Civile”. Dialogo civile che ha ormai lasciato il posto alla violenza verbale,
alla prepotenza, in ogni sede, in ogni sito. Le trasmissioni televisive, talk
show compresi, non fanno audience se non c’è violenza, almeno verbale. Il
dibattito politico è sempre acceso nei toni, essendo l’epiteto più blando il “vaffanculo”.
Non si conosce più il modo di esporre le proprie opinioni senza pretendere che
siano la verità assoluta. Chiunque, esprime un pensiero, ritiene che quello sia
il verbo e chi la pensa in modo contrario è “mafioso”. E’ un modo di vivere, di esprimersi, di fare
opinione e di fare politica, inaccettabile. Personalmente continuerò ad
esprimere le mie opinioni, ritenendo che non siano verità assolute. Continuerò
a proporre idee e soluzioni accettando che queste possano essere messe in
discussione e modificate e/o migliorate, grazie al contributo degli altri, di
chiunque. Sono un convinto sostenitore del bipolarismo, come unico sistema
possibile di stabilità governativa, ma non ritengo assolutamente che bipolarismo
significhi contrapposizione personale. Francamente non mi importa assolutamente
delle lotte e contrapposizioni politiche, sono convinto assertore del rispetto
della persona umana e delle sue opinioni e prerogative, per questo mi batterò
sempre. Qualcuno riterrà questi atteggiamenti segno di debolezza, al contrario
sono un grande segno di forza, che deriva dagli insegnamenti di Fede che ho
avuto e dalla educazione che mi ha impartito la mia famiglia. La debolezza
appartiene a chi deve offendere per poter dire la sua, ignorando che non c’è motivo
di urlare, se si ha ragione.
giovedì 2 gennaio 2014
domenica 29 dicembre 2013
TARES REGGIO: LA PROPOSTA
Il meccanismo di determinazione della tares è alquanto
semplice. Si determina il costo complessivo del servizio (Leonia, commissario
emergenza, personale, ecc.) che poi si divide per il numero dei metri quadri
imponibili, si ottiene così un valore che, corretto da alcuni coefficienti
previsti per legge, determina la tariffa. Il punto è sapere quali voci e per
che importo sono entrate nella quantificazione del costo complessivo, sapere
quali coefficienti sono stati adottati e perché.
L a Tares
va a sostituire tutta la normativa pregressa in materia di rifiuti per attuare
il concetto comunitario del “chi inquina paga”.
Allora
tutti ci aspettavamo un aumento medio del 30 per cento circa (dato che il costo
del servizio in passato non era coperto al cento per cento, come invece impone
da quest’anno la norma sulla Tares, bensì a circa l’ottanta per cento). Mentre
l’aumento di gran lunga superiore non sembra assolutamente giustificato.
Anche il
Governo sapeva che la norma Tares avrebbe prodotto un aumento generalizzato,
per questo motivo ha cercato di porre rimedio con il decreto legge 102/2013,
che consentiva ai comuni di determinare la tares quantificandola come in passato
e cioè con le regole Tarsu (L’articolo 5, del
decreto 102/2013 - cd decreto Imu-, al comma 4-quater consente ai comuni di
determinare i costi del servizio e le relative tariffe sulla base dei criteri previsti ed applicati
nel 2012 con riferimento al regime di prelievo in vigore in tale anno - L’ente può disporre
ulteriori riduzioni ed esenzioni, diverse da quelle previste dai commi da 15 a
18 dell'articolo 14 del decreto-legge n. 201 del 2011, che tengano conto altresì
della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l'applicazione
dell’ISEE), ma a Reggio non
ci siamo avvalsi di tali possibilità.
A Reggio, in un anno,
cioè dal 2012 al 2013, il costo del servizio, al quale dare copertura, è
aumentato di 10 milioni circa (passando da circa 28 milioni a circa 37
milioni). Si presume che nella quantificazione del costo del servizio siano
state inserite voci di costi generali ed un apposito fondo svalutazione, che,
sia pure consentito dalla norma, non appare giustificato nell’importo. Non
sappiamo, inoltre, in che modo e perché sono stati distribuiti gli aumenti fra
le diverse categorie di utenti.
Anche perché, se nella
quantificazione del costo del servizio, al quale dare copertura, fossero
entrate altre componenti, che nulla hanno a che fare con il servizio, la
determinazione e la relativa tariffa non sarebbero legittime, proprio per la
violazione, in eccesso, del sopra accennato principio comunitario, come sarebbe
dubbia la legittimità della pretesa di un fondo svalutazione crediti eccessivo
che violerebbe il principio comunitario più volte citato.
Inoltre
sempre per le ragioni sopra enunciate non è pensabile che il maggior gettito
Tares possa essere stato destinato alla copertura dei disavanzi pregressi,
perché se così fosse, ripeto ancora una volta che la tariffa non sarebbe
legittima.
Allora
secondo me andrebbe rivista la determinazione del costo ed andrebbero
reintrodotte le agevolazioni e/o esenzioni per le fasce deboli, tenendo
presente che la normativa prevede che dopo il termine per la approvazione del
bilancio (quest’anno il 30 novembre) non si possa intervenire più su aliquote e
tariffe ma solo in aumento, senza alcun limite temporale per gli interventi al
ribasso. Qualcuno potrebbe obiettare che bisogna trovare altre fonti di
copertura. Dal canto nostro invitiamo a riattivare e sollecitare le procedure
di dismissione del patrimonio immobiliare, anche alla luce della recente norma
regionale, appositamente introdotta.
.
mercoledì 25 dicembre 2013
PENSARE ALL’EURO IN UN GIORNO DI FESTA!
Oggi è un giorno di
festa e bisognerebbe rilassarsi e non pensare ai problemi, ringrazio il mio
amico Franco per queste parole di incoraggiamento, ma non ce la faccio. Non ce
la faccio ad essere indifferente al contenuto di alcune telefonate. Tanti amici mi chiamano
per gli auguri, ma, alla mia richiesta di notizie su come vanno le cose,
confessano di avere tanti problemi. Chi è disoccupato, chi non prende lo
stipendio da 17 mesi, chi ha ritrovato lavoro dopo sei mesi di fermo, durante i
quali si è sentito umiliato, perché la propria moglie è dovuta andare “a fare
surbizzi” (fare la colf) altrimenti non si mangiava. Penso a loro, ma penso
contestualmente a tutti quei “buffoni” che, giustificando tutto con la legge
del mercato, concentrano ricchezza scialacquando nel torbido.
Natale è anche festa di solidarietà. Giusto. Ma come fare ad
aiutare tutti? Mi sento impotente e questo mi deprime. Ma mi sento anche molto
arrabbiato, si molto arrabbiato. Con il sistema, con la politica.
Già la politica. Quella politica nella quale ho sempre
creduto, convinto che le soluzioni vanno trovate, nel rispetto della forma
democratica, nelle sedi istituzionali. Quella politica, però, che ci ha
convinti che sia giusto entrare e rimanere nell’Euro, sistema politico ed
economico che promette la ripresa, ma convincendoci dell’obiettivo della
stabilità, provoca recessione e disoccupazione. Quella politica che continua a
ripeterci che se uscissimo dall’Euro, finiremmo in bancarotta, dato il nostro
principale fattore di debolezza: il livello del debito pubblico.
Ma, personalmente, ho sempre creduto in una Europa che
costituiva una opportunità di sviluppo e non l’obbligo risanatore
dell’austerità che produce, come detto sopra, recessione e disoccupazione.
Ormai che il meccanismo non funziona, lo dicono anche gli
economisti, quegli economisti troppo frettolosamente innamoratisi dell’idea,
forse perché dalla parte dei sistemi forti: bancario, assicurativo, ecc.
Possibile che non lo capisca solo la politica? Quella
politica nella quale ho sempre creduto, convinto che le soluzioni vanno
trovate, nel rispetto della forma democratica, nelle sedi istituzionali.
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