domenica 30 giugno 2013

CONTROLLI, ANTICORRUZIONE E ANTINFILTRAZIONE, DIRITTO DEI CITTADINI

Nel corso del 2012, una serie di norme è radicalmente intervenuta sul sistema dei controlli negli enti pubblici in genere e negli enti locali, per quello che in questa sede ci riguarda.
Dapprima il dl 174/2012, che ha potenziato il sistema dei controlli interni negli enti locali, ponendo una enfasi particolare al controllo della regolarità amministrativa, che, attraverso un sistema a campione, dovrà rendere sempre più significativo il rispetto di leggi e regolamenti, nel momento di adozione degli atti gestionali dell’ente.
Successivamente la legge 190/2012, si prefigge l’obiettivo di prevenire la corruzione negli enti. La norma introduce un sistema attraverso il quale, il responsabile della prevenzione della corruzione dovrà monitorare l’attività dell’ente onde prevenire la commissione dei reati previsti, sia nei settori a rischio già previsti dalla norma (quali quello degli appalti, quello della erogazione di sovvenzioni e contributi, quello del rilascio di autorizzazioni e licenze e quello dei concorsi), sia in tutti quegli altri ed ulteriori, eventualmente individuati dall’ente stesso. Egli disporrà di alcuni strumenti, quali la rotazione dei dirigenti e la formazione specifica. Sempre questa stessa norma individua, inoltre, quale strumento per prevenire la corruzione, quello della trasparenza della attività (cd Amministrazione aperta) oltre quello della trasparenza della organizzazione, già disciplinato dalla Brunetta.
Completa i passaggi normativi il D.lgs 218/2012, che in attuazione anticipata del cd Codice Antimafia, che interviene sostanzialmente sulla disciplina della documentazione antimafia da produrre sia per poter contrarre con la Pa, sia per poterne ottenere benefici e/o incarichi.
Queste norme se correttamente attuate produrranno l’effetto di rendere la Amministrazione Pubblica, in genere, e quindi anche gli enti locali, più trasparente, meno corrotta e difficilmente “infiltrata”. Per questo i Cittadini ne devono pretendere la concreta applicazione da subito e devono monitorare costantemente, attraverso gli strumenti di partecipazione dalle stesse norme fornite, affinché dette norme siano rispettate.



REGGIO E’ CASA MIA

Con questo slogan "Reggio é casa mia", creiamo un "gruppo". Cioé un movimento spontaneo, senza cariche, senza regole, particolari, se non quella quella del rispetto e della correttezza nei rapporti con gli altri. Questo gruppo vuole nascere senza alcuna pretesa o velleità particolare, se non quella di vigilare sulla amministrazione e sulla gestione della cosa pubblica, che riguarda la nostra città, appunto casa nostra. Come casa nostra vogliamo considerarla e come casa nostra vogliamo mantenerla in ordine e pulita, bella e gradevole, per chi ci vive e per gli eventuali ospiti. Quindi non vogliamo occuparci di gestione attiva, politica, della cosa pubblica, questo compito lo lasciamo ai partiti, con il compito di governare, a chi vince, e di vigilare, a chi perde. Ma non vogliamo rimanere inermi, disimpegnati, nella gestione della nostra grande casa, la nostra città.
Per questo, ciascuno di noi, per le proprie competenze, dovrà rendersi disponibile ad illustrare agli altri gli strumenti per una partecipazione attiva, soprattutto adesso che si dispone di norme concrete sulla amministrazione aperta e sul sistema dei controlli, compreso quello per la prevenzione della infiltrazione mafiosa.
Lo faremo con semplicità, con cordialità e rispetto delle regole e degli altri, ma con assoluta fermezza.
Lo faremo anche in vista del ritorno alla democrazia, per essere pronti per evitare derive future.
Invitiamo, quindi, quanti, malgrado tutto, continuano ad amare Reggio, la loro casa, e vogliono impegnarsi a monitorarne la corretta amministrazione, a richiedere l’iscrizione al gruppo.
Non vi sono regole particolari, se non la correttezza ed il rispetto nei rapporti con gli altri.
Per il momento ne assumo il coordinamento, più avanti, quando saremo tanti, quando saremo pienamente attivi, divideremo i compiti fra i più volenterosi.


sabato 29 giugno 2013

L’armonizzazione del bilancio degli enti locali e gli effetti per la cittadinanza

Di questi giorni, negli enti locali, il dibattito si incentra sull’armonizzazione di bilancio. L’argomento è si tecnico, ma la sua attuazione comporterà dei riflessi anche per la cittadinanza, che meritano un tentativo di illustrazione.
L’armonizzazione contabile si propone una serie di obiettivi che dovranno rendere meglio leggibili e confrontabili i bilanci degli enti locali. Fra questi, alcuni avranno un effetto positivo, sia per la trasparenza e leggibilità, sia per la conoscenza della corretta gestione, da parte della cittadinanza. Come per esempio quello di rendere perfettamente coincidenti i residui attivi e passivi, con gli effettivi crediti e debiti dell’ente, o quello di evitare il finanziamento di spese attuali con accertamenti di entrate future. Poi vi è un altro obiettivo, molto tecnico, che è quello dell’avvicinamento tra competenza giuridica e competenza economica, che anche se di non semplice comprensione, per i non contabili, avrà l’effetto di rendere più facilmente controllabile la economicità della gestione.
Per raggiungere gli obiettivi sopra citati, l’armonizzazione dei bilanci è strutturata su due principi, che possiamo definire cardini del sistema.
Il principio della competenza finanziaria potenziata farà in modo da impedire, attraverso l’accantonamento in un apposito fondo svalutazione crediti, di spendere somme certe a fronte di entrate incerte. Evitando il tal modo la produzione di disavanzi nascosti.
Il principio della contabilità integrata (basato sul fatto che gli accadimenti gestionali dell’ente contengono in sé la manifestazione dei riflessi economico patrimoniali che generano) consentirà finalmente l’implementazione vera dei sistemi di controllo della gestione, soprattutto con riferimento alla misurazione della economicità della stessa.
Per raggiungere gli obiettivi sopra descritti, per il tramite dei principi sopra enunciati, l’armonizzazione dei bilanci degli enti locali, dispone di alcuni strumenti. Certi, come la nuova codifica di bilancio fino a sette livelli, la nuova struttura del bilancio, il riaccertamento straordinario dei residui, che interesseranno i tecnici. Altri, come l’utilizzo degli accantonamenti (tipico della contabilità economico patrimoniale) al fondo svalutazione crediti ed al fondo pluriennale vincolato, consentiranno anche al cittadino di avere una immediata percezione della incapacità di riscuotere dell’ente, come del finanziamento della spesa futura con entrate attuali e viceversa.
Ma al di là dei tecnicismi, purtroppo obbligatori e dei quali mi scuso, l’effetto principale che l’armonizzazione produrrà è quello di rendere leggibile a tutti il bilancio dell’ente, grazie anche all’avvicinamento al bilancio aziendale. Non si farà più fatica a conoscere l’effettivo indebitamento dell’ente sia di parte corrente (per le spese gestionali) sia di parte capitale (per i mutui). Infatti oggi i residui, attivi o passivi che siano, dei quali abbiamo tanto sentito parlare, in questi ultimi anni nella nostra città, non sono facilmente leggibili e non sempre coincidono con debiti e crediti dell’ente. Domani questa coincidenza sarà realizzata, per cui, chi vorrà conoscere i debiti dell’ente controllerà i residui passivi dello stesso ed avrà il dato.
I disavanzi nascosti, cioè quelli che si scoprono solo dopo una attenta analisi del bilancio dell’ente, effettuata peraltro da esperti, non saranno più possibili, in quanto il principio di competenza finanziaria potenziata, del quale abbiamo parlato sopra, renderà spendibili solo le somme che si incasseranno, quindi certe, nell’anno.
Queste nuove tecniche contabili, forse richiederanno qualche sforzo in più, soprattutto nella fase di avvio, agli addetti ai lavori. Ma ne varrà sicuramente la pena, visti gli effetti in termini, se non altro, di leggibilità dei bilanci che produrranno.