sabato 29 giugno 2013

L’armonizzazione del bilancio degli enti locali e gli effetti per la cittadinanza

Di questi giorni, negli enti locali, il dibattito si incentra sull’armonizzazione di bilancio. L’argomento è si tecnico, ma la sua attuazione comporterà dei riflessi anche per la cittadinanza, che meritano un tentativo di illustrazione.
L’armonizzazione contabile si propone una serie di obiettivi che dovranno rendere meglio leggibili e confrontabili i bilanci degli enti locali. Fra questi, alcuni avranno un effetto positivo, sia per la trasparenza e leggibilità, sia per la conoscenza della corretta gestione, da parte della cittadinanza. Come per esempio quello di rendere perfettamente coincidenti i residui attivi e passivi, con gli effettivi crediti e debiti dell’ente, o quello di evitare il finanziamento di spese attuali con accertamenti di entrate future. Poi vi è un altro obiettivo, molto tecnico, che è quello dell’avvicinamento tra competenza giuridica e competenza economica, che anche se di non semplice comprensione, per i non contabili, avrà l’effetto di rendere più facilmente controllabile la economicità della gestione.
Per raggiungere gli obiettivi sopra citati, l’armonizzazione dei bilanci è strutturata su due principi, che possiamo definire cardini del sistema.
Il principio della competenza finanziaria potenziata farà in modo da impedire, attraverso l’accantonamento in un apposito fondo svalutazione crediti, di spendere somme certe a fronte di entrate incerte. Evitando il tal modo la produzione di disavanzi nascosti.
Il principio della contabilità integrata (basato sul fatto che gli accadimenti gestionali dell’ente contengono in sé la manifestazione dei riflessi economico patrimoniali che generano) consentirà finalmente l’implementazione vera dei sistemi di controllo della gestione, soprattutto con riferimento alla misurazione della economicità della stessa.
Per raggiungere gli obiettivi sopra descritti, per il tramite dei principi sopra enunciati, l’armonizzazione dei bilanci degli enti locali, dispone di alcuni strumenti. Certi, come la nuova codifica di bilancio fino a sette livelli, la nuova struttura del bilancio, il riaccertamento straordinario dei residui, che interesseranno i tecnici. Altri, come l’utilizzo degli accantonamenti (tipico della contabilità economico patrimoniale) al fondo svalutazione crediti ed al fondo pluriennale vincolato, consentiranno anche al cittadino di avere una immediata percezione della incapacità di riscuotere dell’ente, come del finanziamento della spesa futura con entrate attuali e viceversa.
Ma al di là dei tecnicismi, purtroppo obbligatori e dei quali mi scuso, l’effetto principale che l’armonizzazione produrrà è quello di rendere leggibile a tutti il bilancio dell’ente, grazie anche all’avvicinamento al bilancio aziendale. Non si farà più fatica a conoscere l’effettivo indebitamento dell’ente sia di parte corrente (per le spese gestionali) sia di parte capitale (per i mutui). Infatti oggi i residui, attivi o passivi che siano, dei quali abbiamo tanto sentito parlare, in questi ultimi anni nella nostra città, non sono facilmente leggibili e non sempre coincidono con debiti e crediti dell’ente. Domani questa coincidenza sarà realizzata, per cui, chi vorrà conoscere i debiti dell’ente controllerà i residui passivi dello stesso ed avrà il dato.
I disavanzi nascosti, cioè quelli che si scoprono solo dopo una attenta analisi del bilancio dell’ente, effettuata peraltro da esperti, non saranno più possibili, in quanto il principio di competenza finanziaria potenziata, del quale abbiamo parlato sopra, renderà spendibili solo le somme che si incasseranno, quindi certe, nell’anno.
Queste nuove tecniche contabili, forse richiederanno qualche sforzo in più, soprattutto nella fase di avvio, agli addetti ai lavori. Ma ne varrà sicuramente la pena, visti gli effetti in termini, se non altro, di leggibilità dei bilanci che produrranno.

venerdì 28 giugno 2013

ALIQUOTE IVA E STIME MEF (Ministero Economia e Finanze)

La prima volta, in cui mi venne il serio sospetto che al Mef non sappiano fare le previsioni, fu quando, in uno dei molteplici commi dell’articolo unico della ennesima legge finanziaria, lessi che si sarebbero risparmiati circa 330 milioni di euro, dalla riduzione dei costi della politica, scaturenti dalla abrogazione della contribuzione previdenziale figurativa per i consiglieri degli enti locali. Il sospetto si rivelò poi confermato, quando l’anno dopo appresi che l’effettivo risparmio conseguito fu di circa 25 milioni di euro. Ma sempre l’anno dopo fu previsto un maggior gettito per gli enti locali, che sarebbe sopravvenuto, dal gettito ici dei fabbricati rurali per circa 700 milioni di euro. Ne furono conseguiti una sessantina circa.
L’anno scorso non è andata meglio con le stime del gettito imu, per i singoli comuni, in funzione del quale furono ridotti i trasferimenti. Solo un paio di giorni fa quelle stime si sono rivelate errate.

Mi chiedo allora, se questo è il risultato delle previsioni del Mef, siamo sicuri che abbiano ragione nel pretendere l’aumento della aliquota iva. Mi chiedo se dispongono di dati certi circa l’effettivo incremento ( invero decremento) del gettito complessivo di questo tributo, in occasione del precedente innalzamento di un punto percentuale della aliquota.

Siamo sicuri, allora, che, aumentando ancora di un punto l’aliquota, anche il gettito aumenterà. Oppure, per effetto della probabile contrazione dei consumi, il gettito complessivo diminuirà.
Mi chiedo quindi ancora, quali dati il Mef ha a disposizione per pretendere l’aumento della aliquota iva?
Non sarebbe forse meglio favorirne la riduzione?

Francamente non mi fido molto.

Problema partecipate del comune di Reggio

Mi viene chiesto perché, per le partecipate del comune di Reggio, propongo l'in house, in luogo delle aziende speciali municipalizzate, se esiste, come esiste, il problema infiltrazione. Premesso che non mi innamoro, solo delle mie opinioni, per cui sono aperto a discutere di ogni soluzione che risolva il problema della città, dell'ente e dei lavoratori, spiego:

1) Società in house con socio unico il comune, il privato é fuori;
2) la sh presuppone, a cura dei Dirigenti del comune, lo stesso controllo (si chiama controllo analogo) da esercitare sulla municipalizzata;
3) non demonizziamo sempre la nostra imprenditoria privata, altrimenti ci rimane da buttarci a mare, peraltro oggi esistono tutti gli strumenti normativi per impedire le infiltrazioni, quali il codice antimafia, le regole di tracciabilità dei pagamenti, e se malgrado queste norme l'infiltrazione esiste ancora, evidentemente perché qualcuno non fa il suo dovere