mercoledì 7 agosto 2013

Sblocca pagamenti, burocrazia e ripresa economica


Il decreto sblocca pagamenti, grazie al quale i comuni immetteranno nel circuito di spesa ingenti quantità di danaro, ha come scopo ultimo quello di favorire la ripresa, grazie all’aumento dei consumi che la massa di liquidità, immancabilmente genererà. Fin qui il ragionamento degli economisti. Ma anche l’uomo della strada capisce che quel danaro, che sarà pagato alle imprese, finirà anche nelle tasche dei loro fornitori, compresi i dipendenti, in sofferenza indiretta anche loro. Allora qualcuno che per lungo tempo si era astenuto da una spesa, di investimento o voluttuaria che fosse, potrebbe adesso permettersela.
Sarebbe bello, ad esempio, che i beneficiari finali di questi pagamenti li investissero, magari per ristrutturare casa o ampliarla (grazie al piano casa) o magari potessero pagare la quota per acquistare, finalmente, la casa del patrimonio edilizio, da sempre occupata. Sarebbe bello, ma dubito che potrà accadere, soprattutto nella nostra città.
Infatti, nel nostro comune, due settori strategici, quali urbanistica e patrimonio edilizio, sono oberati di pratiche ed in spaventoso ritardo. Evidentemente trascurati anche dalla Commissione straordinaria.
Allora non vorrei sembrare noioso e ripetitivo, ma ribadisco il concetto che, forse, il primo e più urgente intervento, che la Amministrazione frutto delle prossime elezioni dovrà attuare sarà sulla organizzazione.
Un ente poco organizzato non produce nulla. Bene hanno fatto i Commissari  a ridurre il numero dei dirigenti, molti ricorderanno, soprattutto tra i miei collaboratori del Settore finanze, che era una delle mie idee. Ma la riduzione del numero dei dirigenti deve produrre quale naturale conseguenza la creazione delle posizioni organizzative, anche per sanare una anomalia tutta tipica dei grandi comuni meridionali. Molti dirigenti senza vice, non producono, ma pochi dirigenti senza vice, producono ancor di meno.


lunedì 5 agosto 2013

La collaborazione con l’Agenzia delle entrate una delle soluzioni per abbassare i tributi locali

I comuni che hanno collaborato al contrasto all’evasione fiscale e contributiva, beneficiano di un contributo, che per l’anno 2012 è stato disposto con  d.m. 58677 del 19 luglio 2013. L’acconto disposto con il citato d.m. e' pari al 98,52%, del dovuto. Il pagamento e’ stato effettuato in acconto in quanto in sede di predisposizione delle previsioni di bilancio per l’esercizio finanziario 2013 il Ministero dell’economia e delle finanze ha previsto uno stanziamento sull'apposito capitolo di spesa che e' risultato essere leggermente inferiore a quello necessario all'erogazione per intero del contributo complessivo assegnato agli enti beneficiari. Nel corso dell’esercizio finanziario 2014 il Ministero renderà' disponibili le risorse necessarie all'erogazione del relativo saldo.
Sul sole 24 ore del 30 luglio scorso, in un apposito articolo, si disegna la geografia della collaborazione con la Agenzia delle entrate, al sud, salvo l’eccezione di Reggio Calabria, con 810 segnalazioni nel 2012, le cose non si muovono molto. A Reggio il merito è tutto della Sati, infatti sul finire del 2011 avviammo la collaborazione con l’Agenzia, affidando il compito operativo, fra lo scetticismo e la scarsa collaborazione degli altri settori, alla Sati. Difficoltà enormi, dati ed aiuto offerto solo dalla Reges, eppure si sono raggiungi obiettivi vicini a quelli dei grossi comuni del Nord, come evidenziato dallo stesso articolo del sole 24 ore sopra citato.
Se confrontato con il modello di riferimento dell’Emilia Romagna e comparando i Comuni con un numero di abitanti simile al Comune di Reggio Calabria, il confronto è impressionante: il Comune di Modena (185.694 abitanti) ha eseguito – nel triennio 2009/2011 –255 segnalazioni qualificate; il Comune di Reggio Emilia (172.317 abitanti) ha eseguito – sempre nel triennio – 432 segnalazioni qualificate e il Comune di Ravenna (159.754 abitanti) ha eseguito – sempre nel medesimo periodo – 653 segnalazioni.
Il Comune di Reggio Calabria (186.619 abitanti) ha trasmesso nel solo anno 2012, tramite la S.AT.I., 810 segnalazioni qualificate. Un numero molto più alto dei Comuni emiliano-romagnoli, quali benchmark di riferimento per l’attuazione del protocollo nazionale, che hanno realizzato la loro attività in un triennio.
Inoltre l’insediamento del nuovo comandante della Polizia Municipale consentirà, sicuramente, l’avvio della, indispensabile, collaborazione tra quel settore e la Sati, il che potrebbe far crescere esponenzialmente i risultati.

La collaborazione con l’Agenzia non solo offre disponibilità immediata agli enti locali, in quanto tutto il maggiore accertato per un triennio è riversato a questi ultimi, ma l’incrocio dei dati tra anagrafe comunale, banche dati tributarie comunali e anagrafe tributaria potrà consentire l’allargamento della base imponibile anche per i tributi locali. Recuperando a tassazione vaste aree di basi imponibili ed evitando, come peraltro io stesso allarmavo da queste pagine per la tares, che a pagare i tributi locali siano sempre i soliti noti e non tutti i fruitori dei servizi e consentendo, inoltre, l’abbassamento della pressione tributaria locale sui singoli.
Allora è quanto mai auspicabile che tutti i comuni di Calabria si apprestino nel più breve tempo possibile ad attivare i protocolli di collaborazione sia con l’Agenzia delle Entrate, sia con la Guardia di finanza, il comune di Reggio, dal canto suo, e la Sati, che hanno fatto da apripista, si dovranno impegnare, quanto meno nell’ambito della costituenda area metropolitana, a mettere a disposizione il “prezioso” know-how acquisito



domenica 4 agosto 2013

RITORNARE ALLA PROGETTUALITA’ PER REGGIO

Il dibattito, non ancora serrato, serpeggia al momento tra gli addetti ai lavori. Si punta alla individuazione dei candidati sindaco per la prossima campagna elettorale, che immancabilmente, anche in conseguenza della decisione che il Tar depositerà sul ricorso per lo scioglimento, entro settembre dovrà partire, in un modo o nell’altro.
Ma ancora una volta, della città, del cittadino, dei loro problemi, sembra importare poco a molti. Si continua a puntare, quale tema per la campagna, sulla situazione finanziaria del comune, sulle colpe e sulle responsabilità: esogene alla amministrazione, secondo  gli uni, endogene, secondo gli altri.
Personalmente ritengo invece, che sia giunta l’ora di sapere, dai diversi schieramenti, come, con quali uomini e con quali mezzi, intendono affrontare la sfida per riportare la nostra città, al ruolo che merita.
Ruolo che non è fatto solo di bilancio e di liquidità di cassa, certo detto da me sembra strano. Ma ritengo che il piano di riequilibrio sarà sicuramente approvato e da lì si intraprenderà un percorso di risanamento sicuramente fruttuoso. Ma ritengo assolutamente indispensabile riprendere a parlare di tutto il resto, oltre che del bilancio.
Allora mi vengono in mente alcuni grandi problemi, che, malgrado l’impegno della Terna rimangono irrisolti e che invece meritano soluzione, se veramente vogliamo vivere in una città civile.
Occorre in primo luogo tornare a puntare sulla naturale vocazione turistica della nostra città, a partire da quel connubio inscindibile, mare cultura, che può fare la differenza. Ma per poter, veramente, pensare allo sviluppo turistico, occorre pensare alla riorganizzazione dei servizi essenziali, quali quello idrico (la diga del Menta?), quello dello smaltimento dei rifiuti, in primo luogo. Ma anche la riqualificazione urbanistica della città non può attendere e questa passa anche dalla dismissione o valorizzazione del patrimonio edilizio.
Ecco alcuni temi che mi vengono in mente, rispetto ai quali vorrei sentire quali i programmi dei diversi schieramenti, poi parliamo delle persone che devono portarli avanti. Sembra retorico (in politica) ma, ancora una volta, partire dalle persone piuttosto che dai progetti allontanerà ancor di più la gente dal voto.
Sui potenti  social network, almeno perché consentono a tutti di dire la nostra, anche a quelli che non avrebbero altra possibilità per esprimere le loro idee, allora incominciamo a parlare di progetti di idee, smettendola, almeno quelli che una idea di città futura l’abbiamo, di utilizzarli quale mezzo di sfogo dei nostri insuccessi e/o delle nostre incapacità.